Rucola ha scritto:Caro Maurizio, vedo che non capisci o non vuoi capire (forse per tuo interesse, e me ne viene il forte dubbio), che qui nessuno sta chiedendo di passare nell'illegalità, ma di semplificare, nell'ambito delle direttive CITES, mal applicate in Italia.
Quello che si chiede è uno 'speed up' delle procedure di movimentazione e rilascio Cites delegandolo alle sezioni periferiche, questo non è essere illegali; e lasciamo alla Commissione Scientifca cose più importanti, come d'altrode è fatto in altri paesi della Comunitò Europea, questo porterebbe ad un risparmio di energie e sopratutto di denaro pubblico, ma forse a te non interessa.
Sinceramente crede che ormai di tartarughe europee ce ne sia in abbondanza, basta guardare i vari forum e siti internet che trattano l'argomento, tant'è che si pensa ed è stato chiesto ( da persone che non hanno interessi economici) di passarle in allegato 'B'.
E con questo chiudo i miei interventi, ma insisto nel far presente che tutti i tartamanti ed i loro amici devono fare pressioni agli organi di stampa e inviando mai e fax al Ministero dell'Ambiente facendo presente la situazione,
Raccontare come stanno le cose realmente è purtroppo un mio cruccio. Riguardo a quanto scrivi sopra anni di post nei quali ho spiegato come richiedere ed ottenere i cites, perchè persone che lo hanno fatto li hanno anche ottenuti, la dicono lunga su questo modo di ridurre la conversazione da parte vostra. Di fondo non si conosce la legge (e non la si vuole neanche leggere), le procedure italiane e straniere. Tutto quello che scrivi è facilmente confutabile in quanto fuori italia sono ben pochi quelli che hanno i certificati commerciali in quanto il regolamento comunitario è uguale per tutti e la tendenza, giusta o sbagliata che sia, è quella di ridurre la complessità. Se poi mi dici che chi li può avere ha canali preferenziali e tempi celeri, non posso che darti ragione, in quanto qui passa sempre tutto dalla Commissione Scientifica. Di fatto la proposta di compromesso dovrebbe essere quella di autorizzazione da parte della Commissione Scientifica (per avere uniformità di trattamento in tutto il territorio nazionale), quindi tutto demandato agli uffici periferici cites. In tal modo si eviterebbero le lungaggini. E' appunto questo che succede fuori Italia. Immaginate che anche i grandi allevamenti europei impiegano molti mesi od anni per essere per esempio autorizzati a mettere in commercio degli esemplari, ma poi tutto si svolge velocemente al termine della pratica.
La proposta di "persone senza interessi economici" di far spostare le Testudo in allegato B ha suscitato sonore risate in ambiente scientifico/naturalistico. Infatti, quando si sono resi conto del ridicolo di cui si sono ricoperti, cedendo senza informarsi preventivamente sullo stato di fatto delle popolazioni in natura e credendo in buona fede alle motivazioni di chi gli chiedeva di farsi portavoce, questi signori non hanno più chiesto nulla! Ricordiamoci che sono eminenti scienziati di fama mondiale e studiosi a dettare le regole degli allegati, non quindi il politico di turno. Qui poi si cade in un argomento complesso, ostico ai più, ma che di fatto dovrebbe quanto meno far pensare che ci possano essere ragioni che non conosciamo, ma valide, alla base di certe scelte. Vogliamo le Testudo in allegato B? Basta fare un censimento in natura e verificare che le popolazioni sono cresciute di tot % in un determinato periodo di tempo, che hanno raggiunto dimensioni tali da non essere in pericolo ecc. Hanno riaperto la caccia agli elefanti perchè erano diventati troppi, non pensate che declasserebbero le Testudo se non ci fossero le evidenze suddette?