X Fede
Subito dopo aver inserito il post, gli ho scritto.
A dir il vero mi sembrava di averlo già fatto e sono andato a ricontrollare la posat inviata, ormai fra idee e fatti non ricordo più quante mail invio e a quanti rispondo.
Ora sono curioso di vedere se e cosa risponde.
Vi copio il testo inviatogli:
Ciao Giuliano
Sono Agostino Montalti,
presidente del Tarta Club Italia, associazione naturalista che si batte per la salvaguardia delle tartarughe.
E' da tempo che vorrei scriverti ma non ne trovavo mai il tempo o mi dimenticavo.
Ho letto il tuo annuncio sulle tarte acquatiche.
Premetto che anche noi da lacuni anni ci stiamo battendo per risolvere questo grave problema, e per questo abbiamo stampato un libricino a 16 pagine a colori, che distribuiamo gratis (se ti interessa te ne invio un pò di copie), poi da poco abbiamo aperto due centri di recupero e stiamo lavorando su un'altro centro in cui recupereremo le alloctone e riproduceremo le autoctone(Emys orbicularis) con un programma di ricerca genetica.
Inoltre da tempo insistiamo col Ministero dell'Ambiente che inserisca l'obbligo di consegnare un articolo informativo sulle caratteristiche degli animali venduti, non è accettabile che la gente creda che rimangano piccole come al momento dell'acquisto; nella legge 5 dell'Emilia-Romagna è inserita questa norma.
Inoltre nel nostro sito, abbiamo inserito delle schede semplificate(unico foglio A4, in B/N senza foto, semplice ma con le caratteristiche più importanti), delle specie più commercializzate, con la speranza che il ministero ci riconosca come fornitori ufficiali delle schede, e che i negozianti le utilizzino.
Questo per farti capire come ci stiamo movendo per migliorare la situazione, che comunque so non facile.
Tuttavia, siamo dell'idea che vietare la vendita non sia la strada giusta, infatti stiamo pagando gravi conseguenze sulla situazione di semi proibizionismo sulle terrestri, che di fatto ha fortemente alimentato il mercato nero ed il braconaggio; negli ultimi 10 anni dall'entrata in vigore di normative restrittive, i prelievi in natura sono aumentati vertiginosamente dovuti all'aumento del valore degli esemplari, dovuto alla difficile reperibilità di esemplari in regola, nonostante in Italia ce ne siano almeno 5 milioni in cattività, se invece fossero utilizzati per soddisfare le richieste del mercato, i prezzi calerebbero e si toglierebbe le richieste ai bracconieri e mercato nero.
Credo invece che la strada migliore sia quella di cercare di far inserire tutte le specie di tartarughe almeno in Appendice II CITES , Allegato B ; questo vuol dire che chi ne riceve o possiede deve poterne dimostrare l'origine, conservare la documentazione ed in caso di morte, nascite o cessioni, deve sempre fare comunicazioni alla forestale. Con ciò, si ridurrebe drasticamente le vendite "insensate", cioè quelle effettuate a mò di regalino per il bimbo, che poi sappiamo bene che al primo morso o quando si accorgono che queste "crescono rapidamente" , le abbandonano nel primo specchio d'acqua che trovano.
A breve, faremo un'articolo/proposta, sull'argomento, da presentare al Ministero dell'Ambiente e alla Commissione Scientifica, appoggiato anche dal WWF che è d'accordo sull'idea di inserirle in Allegato B.
Ho visto che sei di Trieste, e conosco il divieto che ha fatto il comune, ma so anche che i negozi dei comuni limitrofi stanno lavorando come mai sulla vendita delle acquatiche, ogni volta che allarghi il divieto ad altre zone, troveranno sempre il modo di trovarle altrove o illegalmente.
Detto ciò, siamo aperti a discutere sull'argomento, sempre con lo scopo di migliorare sta situazione vergognosa, che poi spetterebbe allo stato di provvedere .
Cordialmente
Agostino Montalti (presidente Tarta Club Italia)
www.tartaclubitalia.it