noster ha scritto:Io penso che le varie associazione che organizzano le varie mostre siano abbastanza grandi e ramificate da aver il potere di far qualcosa.
L'organizzazione di una fiera ha poco a che fare con la salvaguardia in natura. Fortunatamente il Tarta Club è un'associazione che si occupa di diverse situazioni che riguardano il mondo delle tartarughe (la fiera è solo una cosa), e dovrebbe muoversi anche in certi progetti, ma purtroppo non è facile, siamo in Italia! Burocrazia e divieti non ti permettono di fare niente, e poi per essere concreti, a chi vuoi interessi niente di salvaguardare le tartarughe in natura? (a me, a te, a Giuseppe e pochi altri)
Basta sapere questo: se viene fermato un bracconiere con delle tartarughe catturate in natura, si becca la multa e tutto il resto, si, ma le tartarughe che fine fanno? Nella maggior parte dei casi rimangono in bella mostra come prova del reato, a muffire in qualche ufficio cites. Sarebbe facilissimo riliberarle in natura, e invece no. Una tartaruga bracconata non tornerà più in natura, figurati se si possono fare introduzioni di esemplari nati in cattività. Ci vorrebbero analisi del DNA, ma chi le paga? E chi le fa?
Quindi la realtà è che non si ha il potere di fare niente... non è un caso che il Tarta Club sta ottenendo risultati eccezionali in Madagascar ("terzo mondo"), almeno porta il suo aiuto dove gli è concesso farlo:
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