Agostino ha scritto:però ragazzi non dimenticate che le tarte non hanno gli enzimi per metabolizzare le proteine animali, quindi non diamo l'idea che dare proteine faccia bene, altrimenti finiamo che tutti iniziano a dare crocchette alle tarte.
Personalmente penso che in natura i casi che una tarta ne trovi sono veramente rari a parte qualche chiocciola che però viene mangiata più per il calcio del guscio che per la carne interna.
Poi c'è da ricordare che in cattività nella maggior parte dei casi viene somministrato troppo cibo e anche se sono erbe selvatiche, spesso sono troppo ricche di proteine vegetali; in natura mangiano moltissima erba secca che invece in cattività non succede spesso, quindi vedo superfluo dare crocchette..........
In natura il ricorso alle proteine di origine animale è invece meno raro di quanto dici, specie nei giovani esemplari. Non esistono solo le chiocciole, ma tanti insetti, cadaveri di vertebrati, escrementi. Probabilmente è più facile che vi ricorrano le piccole che le adulte per ovvi motivi di quantità disponibili, in ogni caso le proteine vengono digerite senza problemi, questi nascono semmai da un abuso ed a deficit di escrezione e di accumulo delle sostanze di scarto degli amminoacidi, i composti azotati. Il giusto consiglio, sempre secondo me, è quello di dare un'integrazione proteica (con tenore non superiore al 20%) fino ad una o due volte a settimana nei periodi più caldi dove l'alto metabolismo permette una escrezione efficace dei metaboliti dell'azoto, cioè quando a causa della siccità è anche difficile reperire le erbe solite o nella fase di maggiore crescita.
E' invece assolutamente da evitare somministrazioni proteiche con tenore superiore al 20% in quanto in breve tempo gli animali ricevono danni ai reni e vanno in contro a gotta. Le piccole sviluppano poi un tappo solido che porta alla rottura dell'intestino che quindi provoca la morte.
Giusto per completezza, le antiestetiche piramidalizzazioni non si originano per via di un'alimentazione ricca in proteine come si vede scritto senza alcun riscontro scientifico quasi ovunque, ma a causa di scarsa umidità e dall'abitudine di tenere le piccole in gran numero in piccoli recinti o peggio esemplari di età differenti (che schiacciano e deformano il carapace delle più piccole). Immaginiamo le squame delle tartarughe come fossero le nostre unghie, ma la parte della matrice, quella non ancora consolidata. Un ambiente troppo secco fa contrarre i bordi in crescita (e ricchi di acqua, di conseguenza suscettibili in caso di deficit) generando una forza che stringe le sinfisi delle ossa del carapace, che non coincidono con il disegno delle squame. Ciò provoca una crescita modificata in parte in altezza, provocando quindi la genesi della piramide. E' per questo che una volta fatto il danno, si porta avanti a vita.