Ale ha scritto:Allora:
1) che si tratti di fissare una semplice colorazione o parti anatomiche più complesse, il discorso è lo stesso (e so' quattro); io non posso usare solo il tratto di DNA che mi serve per quel carattere, qualsiasi esso sia; nel salvare quel tratto, mi devo PER FORZA tirare appresso tutto il resto, con tutto ciò che ne consegue, PER FORZA!! L'alternatiiva è l'igegneria genetica.
Quindi non è che trattandosi di un semplice pattern di colore, la situazione è più semplice e blanda della fissazione di caratteristiche più importanti.
2) Le popolazioni isolane rarissimamente sono venute fuori da due soli esemplari (nei vertebrati superiori), e se ci mettiamo pure "l'aggravante" della consanguineità il paragone non regge! Nei vertebrati più evoluti (dai rettili in su, diciamo) un collo di bottiglia che parte da due esemplari, porta ad una popolazione fatta di esemplari troppo simili, cioè troppo specializzati ad un ambiente che sicuramente varia nel tempo. Proprio per questo, nell'arco dell'evoluzione ci sono stati milioni di tentativi di colonizzazione andati a male. E' vero, ci sono delle minuscole isolette con delle ssp uniche, ma questo rappresenta ciò che è arrivato a noi; ma quanti altri ci avranno provato? E gli esemplari dell'isoletta a che tipo di selezione sono stati a loro volta sottoposti?
Per carità, si può provare ad incrociare ciò che si vuole, nel proprio allevamento; ma dire che si corrono pochi rischi solo perchè si cerca di salvare una caratteristica banale come una colorazione, non è corretto.
tartamau ha scritto:Ale ha scritto:Allora:
1) che si tratti di fissare una semplice colorazione o parti anatomiche più complesse, il discorso è lo stesso (e so' quattro); io non posso usare solo il tratto di DNA che mi serve per quel carattere, qualsiasi esso sia; nel salvare quel tratto, mi devo PER FORZA tirare appresso tutto il resto, con tutto ciò che ne consegue, PER FORZA!! L'alternatiiva è l'igegneria genetica.
Quindi non è che trattandosi di un semplice pattern di colore, la situazione è più semplice e blanda della fissazione di caratteristiche più importanti.
2) Le popolazioni isolane rarissimamente sono venute fuori da due soli esemplari (nei vertebrati superiori), e se ci mettiamo pure "l'aggravante" della consanguineità il paragone non regge! Nei vertebrati più evoluti (dai rettili in su, diciamo) un collo di bottiglia che parte da due esemplari, porta ad una popolazione fatta di esemplari troppo simili, cioè troppo specializzati ad un ambiente che sicuramente varia nel tempo. Proprio per questo, nell'arco dell'evoluzione ci sono stati milioni di tentativi di colonizzazione andati a male. E' vero, ci sono delle minuscole isolette con delle ssp uniche, ma questo rappresenta ciò che è arrivato a noi; ma quanti altri ci avranno provato? E gli esemplari dell'isoletta a che tipo di selezione sono stati a loro volta sottoposti?
Per carità, si può provare ad incrociare ciò che si vuole, nel proprio allevamento; ma dire che si corrono pochi rischi solo perchè si cerca di salvare una caratteristica banale come una colorazione, non è corretto.
Scusa, ma cosa intendi dire?
Quegli esemplari che vedi, sono il frutto del caso, non una ricerca dell'esemplare "strano" a tutti i costi.
Ti ricordo che una generazione di tartarughe è di almeno 10 anni. Per fissare un carattere (ed è normale che altri lo seguano) si richiede molta fortuna e molti decenni... Circa all'in inbrinding (riproduzione di animali tutti imparentati strettamente), non sempre ed in tutti gli animali è dannoso, per giunta, anche partendo da un'unica coppia non è che non possano avvenire nel tempo mutazioni che portino addirittura a due o più specie differenti. E' comunque implicito che difficilmente una popolazione isolana possa aver tratto origine da un'unica coppia, ma se anche erano 50 esemplari, alla fine, dopo alcune generazioni, la probabilità che i discendenti non siano imparentati è sicuramente prossima allo zero. Eppoi, chi te lo dice che quei 50 ancestrali non fossero a priori imparentati.
Lo sai che noi stessi umani discendiamo da pochissimi individui, forse non più di 20?
Ale ha scritto:tartamau ha scritto:Ale ha scritto:Allora:
1) che si tratti di fissare una semplice colorazione o parti anatomiche più complesse, il discorso è lo stesso (e so' quattro); io non posso usare solo il tratto di DNA che mi serve per quel carattere, qualsiasi esso sia; nel salvare quel tratto, mi devo PER FORZA tirare appresso tutto il resto, con tutto ciò che ne consegue, PER FORZA!! L'alternatiiva è l'igegneria genetica.
Quindi non è che trattandosi di un semplice pattern di colore, la situazione è più semplice e blanda della fissazione di caratteristiche più importanti.
2) Le popolazioni isolane rarissimamente sono venute fuori da due soli esemplari (nei vertebrati superiori), e se ci mettiamo pure "l'aggravante" della consanguineità il paragone non regge! Nei vertebrati più evoluti (dai rettili in su, diciamo) un collo di bottiglia che parte da due esemplari, porta ad una popolazione fatta di esemplari troppo simili, cioè troppo specializzati ad un ambiente che sicuramente varia nel tempo. Proprio per questo, nell'arco dell'evoluzione ci sono stati milioni di tentativi di colonizzazione andati a male. E' vero, ci sono delle minuscole isolette con delle ssp uniche, ma questo rappresenta ciò che è arrivato a noi; ma quanti altri ci avranno provato? E gli esemplari dell'isoletta a che tipo di selezione sono stati a loro volta sottoposti?
Per carità, si può provare ad incrociare ciò che si vuole, nel proprio allevamento; ma dire che si corrono pochi rischi solo perchè si cerca di salvare una caratteristica banale come una colorazione, non è corretto.
Scusa, ma cosa intendi dire?
Quegli esemplari che vedi, sono il frutto del caso, non una ricerca dell'esemplare "strano" a tutti i costi.
Ti ricordo che una generazione di tartarughe è di almeno 10 anni. Per fissare un carattere (ed è normale che altri lo seguano) si richiede molta fortuna e molti decenni... Circa all'in inbrinding (riproduzione di animali tutti imparentati strettamente), non sempre ed in tutti gli animali è dannoso, per giunta, anche partendo da un'unica coppia non è che non possano avvenire nel tempo mutazioni che portino addirittura a due o più specie differenti. E' comunque implicito che difficilmente una popolazione isolana possa aver tratto origine da un'unica coppia, ma se anche erano 50 esemplari, alla fine, dopo alcune generazioni, la probabilità che i discendenti non siano imparentati è sicuramente prossima allo zero. Eppoi, chi te lo dice che quei 50 ancestrali non fossero a priori imparentati.
Lo sai che noi stessi umani discendiamo da pochissimi individui, forse non più di 20?
Innanzitutto, l'esempio delle popolazioni naturali non l'ho tirato io fuori, quindi leggiti la discussione dall'inizio.
Poi hai fatto tutto un discorso improntato sulle classiche eccezioni che confermano la regola: 1) dici che non sempre l'inbrinding ed in tutti gli animali è dannoso: è ovvio che può esserci il raro caso in cui si può avere un vantaggio, ma su quanti altri?? Ti ricordo che, in tutti i vertebrati, incrociare individui imparentati significa aumantare pericolosamente la probabilita che alleli "malati" recessivi si vengano a trovare in omozigosi, e di fatto esprimersi. Questo non lo dico io, ma è una delle più banali regole della genetica (e anche della medicina, nel caso dell'uomo). E poi a quali animali di riferisci? Nel caso dei verrtebrati, non ho mai letto che ve ne son alcuni che tollerano questa cosa più di altri. 2)Dici che una popolazione isolana è fatta da individui che prima o poi si imparentano: e quindi? Vorresti confrontare il grado di parentela venuto fuori incrociando un numero di soggewtti progenitori (che sicuramente non è di due e difficilmente sono parenti) con una selezione basata sul rimescolare continuamente fratelli/genitori/figli &Co a aprtire magari da due??? Spero tu sappia che sono due cose lontanissime.
3) Forse discendiamo da 20 individui? Stesso discorso di prima, decuplicare il numero di soggetti da incrociare (dico rispetto ai due imparentati della discussione), significa evere a disposizione milioni di combinazioni in più e quindi milioni di possibilità in più di non incorrere in problemi (e quando pure fosse, significa che a partire da quei 20 individui ne saranno nati alcuni/molti malati che sono stati spazzati via dalla selezione, perchè qui non si sta dicendo che l'inbriding è dannoso e basta, ma che per arrivare un soggetto "x" ve ne saranno o ve ne possono essere altrettanti malati).
Valentina ha scritto:Per i rettili come gechi e pitoni secondo me molti allevatori tentano incroci su incroci per ottenere colori a loro graditi ecc. e non so se poi la schiusa sia delle uova sia del 100% in questi esemplari incrociati e reincrociati tra loro. Ci sono degli studi su questo specifico argomento? Io non li conosco, ma potrebbero esserci, quindi se qualcuno ne è a conoscenza può mettere il link degli articoli?
Luca-VE ha scritto:Valentina ha scritto:Per i rettili come gechi e pitoni secondo me molti allevatori tentano incroci su incroci per ottenere colori a loro graditi ecc. e non so se poi la schiusa sia delle uova sia del 100% in questi esemplari incrociati e reincrociati tra loro. Ci sono degli studi su questo specifico argomento? Io non li conosco, ma potrebbero esserci, quindi se qualcuno ne è a conoscenza può mettere il link degli articoli?
Studi mirati non credo ne siano stati fatti, ma a questo punto sarebbero una scoperta dell'acqua calda...penso inoltre che gli studi che mettono nello stesso pentolone tutti i vertebrati siano francamente troppo generici e non tengano conto delle molte differenze che esistono in realta'.
Quello di cui sto parlando e' una pratica quotidiana di centinaia (se non migliaia) di allevatori ormai da almeno 15-20 anni.
15 anni rappresentano almeno una decina (spesso anche di piu) di generazioni, e i problemi si sono verificati perlopiu' nei casi in cui gli accoppiamenti tra consanguinei sono stati effettivamente esasperati oppure quando si combinavano determinati geni che alteravano piu che i colori la strttura vera e propria della pelle o altre caratteristiche piu'spinte.
Negli altri casi le schiuse, l'aspettativa di vita, la qualita' della stessa, e tutte le altre caratteristiche sono pari a quelle degli animali non imparentati (e ovviamente superiori ai "wild").
Ale ha scritto:Non volevo intervenire più, per non allungare il brodo.![]()
Ma DEVO continuare a ribadire che effettuare selezioni giocando sulla consanguineità resta una pratica scientificamente rischiosa, rispetto alla quale la maggior parte di noi non ne conosce i retroscena, e cioè cosa stia dietro i soggetti frutto della selezione (perchè io NON CREDO al fatto che sui altri rettili si siano ottenuti risultati così più positivi che nei mammiferi).
E poi non mi sembra molto saggio il fatto di basarsi troppo su un approccio empirico invece che su quello scientifico (abbiamo capito tutti che gli amici allevatori lo fanno da anni con serpenti e compagnia bella e hanno avuto pochi problemi, ma non per questo però dobbiamo incoraggiare la cosa parlandone alla leggera).
In questo forum facciamo, giustissimamente, estrema attenzione a nominare farmaci e terapie, mi sembra doveroso mettere in guardia gli utenti anche da questo punto di vista.![]()
No, eh?
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