Messaggioda Ale » gio gen 17, 2008 5:35 pm
Io sono convinto che il nostro paese non riuscirà mai ad adeguarsi del tutto alle nuove normative, e questo perchè l'Italia, dal punto di vista delle tartarughe in cattività, non è come gli altri paesi della comunità europea.
Il motivo è banalissimo: le tartarughe hanno da sempre fatto parte della nostra fauna; chiunque, sul nostro territorio, se n'è potuta procurare una, dal vecchietto al bambino, e chiunque può esser riuscito ad allevarle con successo in stato di semilibertà, senza alcun intervento.
Per noi Italini è stato troppo facile riempire i nostri giardini di testuggini che ancora oggi sono vive e riproduttive.
Un tale stato di cose non è certo riscontrabile nel nord Europa dove in passato, chi si ritrovava, in un modo o nell'altro, una tartaruga in casa, o si documentava per tenerla in condizioni controllate o a la uccideva a causa del clima inadatto. Così già agiva una valida selezione, ben prima dell'applicazione delle prime normative, che riduceva drasticamente il numero di animali allevati.
Alla fine della fiera, secondo me, gli organi competenti italiani, che si stanno ostinando a pretendere una partecipazione a tali complicate direttive nei confronti di una popolazioni troppo eterogenea, otterranno dei risultati pessimi.
Forse la Spagna si potrebbe esser trovata in una situazione simile alla nostra (anche se lì ci son sempre state meno tartarughe che da noi).
E credo che non siamo confrontabili neanche con paesi come la Grecia o Turchia, visto lo scarsissimo interesse, in questi territori, ad adeguarsi alle regole, in materia di tartarughe (almeno, parlando con amici Greci che studiano qui in Italia, è venuta fuori sta' cosa).