Test Dna x Sapere se è M o F!

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Guscioduro
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Messaggioda Guscioduro » mer ott 24, 2007 10:11 pm

Al massimo, serve per risalire la provenienza delle nostre tartarughe/testuggini, di provenienza incerta.

Mica per sessare...8)

n/a11

Messaggioda n/a11 » mer ott 24, 2007 10:28 pm


L'indeterminazione del sesso è alla fecondazione, poi in seguito durante lo sviluppo dell'embrione, non so in quale fase, si ha la differenziazione nel modo e nelle maniere ricordate da Ale, quindi alla nascita già sono o maschi o femmine, tanto che alcuni allevatori molto esperti assicurano di riconoscerne il sesso da come pongono la coda nei primi giorni dall'uscita dall'uovo..

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Guscioduro
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Messaggioda Guscioduro » gio ott 25, 2007 9:32 am

...intendi per le terrestri o vale anche per le acquatiche, la posizione della coda dei neonati, fattore determinante per il sessaggio?

n/a11

Messaggioda n/a11 » gio ott 25, 2007 9:33 am

Io so solo per le terrestri, ma bisognerebbe chiedere a chi ritiene di saperlo fare.

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Andre@
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Messaggioda Andre@ » gio ott 25, 2007 10:53 am

Sul sito in questione mi pare d'aver capito che riescono a riconoscere il sesso anche da campioni di feci o di sangue,non so se questo valga anche per i rettili.

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Valentina
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Messaggioda Valentina » gio ott 25, 2007 4:10 pm

Citazione:
Messaggio inserito da Ale

Ma mi sembra stranissima sta cosa...qualcuno già ha inviato campioni di tartaruga??
Nei cheloni, nei due sessi, il genoma è identico, cambia solo l'attivazione di un ristrettissimo gruppo di geni a discapito di altri che risultano quindi spenti, ciò in virtù della temperatura presente nei primi stadi di incubazione. Nei maschi, si accende quel gruppetto di geni che porta a differenziare dei testicoli, nelle femmine si accende quel gruppetto di geni, inattivato nei maschi, che invece sviluppa delle ovaie. Chi decide questa accenzione-spegnimento è la temperatura.
Di certo non ci son cromosomi sessuali come negli uccelli e nei mammiferi, in cui è già tutto prestabilito al momento della singamia, cioè alla fusione dei due gameti.




Straquoto!

Stefano_A
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Messaggioda Stefano_A » gio ott 25, 2007 4:55 pm

a Cesena sono stato una buona oretta a parlare con il responsabile della www.ngbgenetics.com e, tra le tante cose, mi diceva della sua perplessità nel "sessare" le tarte col DNA. Da un'altra parte invece mi è stato proposto di acquistare tarte sessate "geneticamente" (cosa che non ho tuttavia fatto per altri ordini di problemi)...
Chi sa parli con cognizione di causa...

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AleeHali
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Messaggioda AleeHali » gio ott 25, 2007 6:19 pm

Avevo studiato il problema qualche tempo fa, e sinceramente non ricordo più i dettagli; comunque avevo letto da più parti che per i rettili la questione era decisamente più complessa che per gli uccelli, e sostanzialmente non era ancora un sistema praticabile su larga scala.

Sarei ben felice di avere informazioni contrarie, comunque questa è una risposta della D.ssa Wissman ad una domanda sul sito di Reptile Magazine:

"I have had many inquiries about performing DNA sexing on reptiles. The technology has been available for many avian species for over 15 years, and involves removing only a drop of blood for DNA analysis.
Unfortunately, the technology is not quite so simple in herps, as the DNA portions of the chromosomes that determine the sex are not as easily identified as they are in avian species. To determine the DNA sequencing of herps would require some sort of grant or funding in order to study the chromosomes and genes in order to identify the portions involved with determining sex.
At this time, the only herps that can be sexed by DNA analysis are green iguanas (Iguana iguana) and Komodo dragons (Varanus komodoensis), according to an employee at Zoogen, a well-known company that performs DNA sexing of many avian species.
Until DNA sexing becomes commercially available for the reptile species, we will need to rely on other methods of sexing herps."

Ciao

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AleeHali
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Messaggioda AleeHali » gio ott 25, 2007 6:22 pm

Scusate se non ho tradotto, il concetto comunque è che nei rettili le porzioni di DNA che determinano il sesso sono molto meno facili da identificare che negli uccelli, e ci vorrebbero ulteriori studi (che costano) per identificare i segmenti giusti.

Ciao

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Ale
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Messaggioda Ale » gio ott 25, 2007 6:39 pm

L'unica cosa da fare, sarebbe verificare effettivamente l'espressione dei loci in questione, cosa per nulla difficile; il problema, invece, è individuare qual'è il momento in cui viene prodotto uno specifico fattore sessuale, cosa che potrebbe non essere costante durante i soggetti in accrescimento, anzi la sua produzione potrebbe esser addirittura bloccata fino alla maturità sessuale, per poi partire con dei ritmi stagionali.
Tra l'altro , coi campioni di scuti venuti via naturalmente, si farebbe davvero poco, in quanto quei tessuti sono costituiti da cellule cha hanno perso complemente il nucleo, quindi morte e completamente cheratinizzate, per cui il materiale genetico si troverebbe solo in tracce. Se ho capito bene, per le indagini sugli uccelli, si basano sul DNA estratto dal tessuto "molle", probabilmente connettivo, che resta attaccato alla base della penna, così come accade per i capelli umani.

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AleeHali
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Messaggioda AleeHali » gio ott 25, 2007 6:46 pm

Infatti non ho scritto che è impossibile: ma ci vuole qualcuno che lo faccia, e non credo ci siano molti laboratori che affrontino il problema sapendo di sfruttare poi i risultati per cinque o dieci esami da 30€...

Ciao

n/a11

Messaggioda n/a11 » gio ott 25, 2007 7:31 pm

Grazie, questo ci spiega il problema.

Citazione:
Messaggio inserito da AleeHali

Avevo studiato il problema qualche tempo fa, e sinceramente non ricordo più i dettagli; comunque avevo letto da più parti che per i rettili la questione era decisamente più complessa che per gli uccelli, e sostanzialmente non era ancora un sistema praticabile su larga scala.

Sarei ben felice di avere informazioni contrarie, comunque questa è una risposta della D.ssa Wissman ad una domanda sul sito di Reptile Magazine:

"I have had many inquiries about performing DNA sexing on reptiles. The technology has been available for many avian species for over 15 years, and involves removing only a drop of blood for DNA analysis.
Unfortunately, the technology is not quite so simple in herps, as the DNA portions of the chromosomes that determine the sex are not as easily identified as they are in avian species. To determine the DNA sequencing of herps would require some sort of grant or funding in order to study the chromosomes and genes in order to identify the portions involved with determining sex.
At this time, the only herps that can be sexed by DNA analysis are green iguanas (Iguana iguana) and Komodo dragons (Varanus komodoensis), according to an employee at Zoogen, a well-known company that performs DNA sexing of many avian species.
Until DNA sexing becomes commercially available for the reptile species, we will need to rely on other methods of sexing herps."

Ciao


n/a11

Messaggioda n/a11 » gio ott 25, 2007 7:34 pm

Secondo alcuni studi, per alcune specie, come le Emys, c'è in parte un determinismo del sesso che non è legato alle temperature ma ai cromosomi all'atto della fecondazione.

n/a11

Messaggioda n/a11 » gio ott 25, 2007 9:00 pm

Ho trovato questo da http://www.sanguefreddo.net/SFNpro/inde ... 2&start=10


Simone.C

Dunque! sono disponibilissimo per qualunque contatto e scambio di info; tra l'altro la mia esperienza è più legata a specie esotiche che nostrane quindi c'è solo da imparare!
La mia tesi si può dire che sia appena cominciata, e sarà anche piuttosto lunga se si considerano i tempi necessari per le varie osservazioni (in loco ed in laboratorio)!
Il discorso relativo all'incubazione artificiale di uova di rettili in cui la temperatura influisce sul sesso è in linea di principio questo e bisogna sottolineare che riguarda in grande misura i progetti di reintroduzione e di ripopolazione in natura:
a prescindere dalla temperatura di incubazione i rettili hanno un loro sesso genetico (parliamo di xx nelle femmine e di xy nei maschi, ma solo per comodità, visto che i cromosomi sessuali dei rettili presentano delle differenze);
in natura le naturali fluttuazioni di temperatura contribuiscono in alta percentuale a far si che il sesso determinato dalla temperatura corrisponda a quello genetico: in incubatrice invece si tende a mantenere costante il valore di temperatura (ovviamente non parlo di rettili in cui le fluttuaziopni di t. sono indispensabili per la schiusa delle uova) e la conseguenza è che ci si ritrova, all'interno della stessa schiusa con un discreto numero di maschi femminilizzati o di femmine virilizzate.
Il secondo caso è meno frequente, visto che la tendenza generale è quella di aumentare il numero delle femmine al fine di aumentare il numero dei riproduttori, incrementare il numero dei soggetti nati ed in alcuni casi non trovarsi a gestire troppi maschi territoriali.
Il discorso a questo punto si complica perchè bisogna vedere cosa succede volta per volta incrociando la prole ottenuta:
Incrociando un vero maschio con una vera femmina si ottiene geneticamente una sex ratio del 50%; incrociando una vera femmina con una femmina virilizzata si ottengono (sempre geneticamente) 100% femmine; viceversa, incrociando un vero maschio con un maschio femminilizzato si ottengono 25% femmine, 50 % maschi e 25% di soggetti con doppio carattere sessuale maschile yy, destinati a non svilupparsi e morire; l'ultimo caso è quello di incrocio tra maschio femminilizzato e femmina virilizzata, in cui troveremo nuovamente una sex ratio del 50 %.
Il terzo caso (quello tra l'altro più frequente in allevamento) risulta quello più grave: se a lungo termine si femminilizzano i maschi e si rilasciano in un area protetta si avrà un rapporto di 2:1 di maschi rispetto alle femmine (rapporto nel tempo destinato ad aumentare) ed un quarto di soggetti destinati a morire... nel secondo caso invece otteniamo una popolazione costituita a lungo termine solo da femmine (virilizzabili con la temperatura ma con scarsa incidenza in natura!).
Da tutto questo si deduce che nei progetti di reintroduzione è sicuramente più vantaggioso puntare su soggetti di qualità (in questo caso una qualità non in senso di salute!) piuttosto che sulla quantità, in modo da non determinare dei pericolosi cali demografici, dannosi persino per i soggetti già presenti in natura!
Spero di essermi espresso chiaramente, anche se è ancora presto e se ancora mancano i dati tecnici e statistici! (ci vorranno parecchi mesi)

n/a11

Messaggioda n/a11 » gio ott 25, 2007 9:02 pm

E poi consiglio http://www.tartaclubitalia.it/documenti ... uga001.htm

del nostro Maurizio Bellavista


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