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Messaggio inserito da Davide
Anch'io sono propenso a pensare che la piramidalizzazione sia una condizione multifattoriale, cioé determinata dalla somma di fattori genetici, intesi come predisponenti alla piramidalizzazione, e fattori ambientali, nel caso specifico alimentari.
Penso che la predisposizione più che individuale sia legata alla specie di appartenenza. Secondo la mia esperienza ad esempio le horsfieldi hanno scarsissima tendenza a piramidalizzare e mantengono facilmente un carapace liscio. Anomalie alimentari tendono a deformare il loro carapace in altro modo, ma non mi sembrano inclini allo sviluppo di questa anomalia.
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Messaggio inserito da franklin
carapace/micosi:la zona del carapace strana non è dato da una micosi ma da un intervento del veterinario che ha aspoetato la parte superiore del carapace di quegli scudi in quando era "morta",non era piu' vascolarizzata,era osso secco e vuoto,quindi l'aspetto e colore non è quello normale.
l'animale è controllato periodicamente da un vet(forse qualcuno di voi lo conosce,dott L.Brunetti)oltre ch per il carapace per gli altre operazioni di routine(controlli,esami fecali ecc ecc)
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Messaggio inserito da DelorenziDanilo
il fattore genetico influisce allo stesso modo in natura che in cattività. Allora perchè in natura le tarte piramidizzate sono molto più rare?
se la piramidalizzazione fosse un problema genetico ci sarebbero tarta piramidalizzate sia in natura che in cattività circa con la stessa percentuale.
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Messaggio inserito da AleCitazione:
Messaggio inserito da DelorenziDanilo
il fattore genetico influisce allo stesso modo in natura che in cattività. Allora perchè in natura le tarte piramidizzate sono molto più rare?
se la piramidalizzazione fosse un problema genetico ci sarebbero tarta piramidalizzate sia in natura che in cattività circa con la stessa percentuale.
Ma infatti bisogna sempre partire dal presupposto che la dieta di una tartaruga in cattività non avrà mai gli stessi parametri nutrizionali riscontrabili in natura, lo stesso per ciò che concerne l'energia solare.
Come ho già scritto,la genetica verrebbe incontro ad alcuni esemplari proprio perchè questi avrebbero un metabolismo tale da far fronte a situazioni di esposizione luminosa ed alimentare sfavorevoli, situazioni che nn porterebbero a nessuna anomalia nel loro sviluppo. Altri soggetti con un metabolismo più esigente sulle richieste di cui sopra, tenderebbero a sviluppare malformazioni con facilità, in assenza delle condizioni naturali.
Queste differenze metaboliche possono tranquillamente corrispondere a differenze nei singoli locus, ma è improbabile che si tratti di grosse alterazioni come la trisomia21, che avete menzionato, in cui c'è una variazione dell'intero assetto cromosomico per traslocazione di una parte del cromosoma 21, con effetti catastrofici.
francamente il discorso sembra molto semplice: le differenze che si notano tra 1 esemplare ed un altro, altro non sono che l'espressione della variabilità genica che è giusto sia presente nell'ambito di una popolazione(guai se non esistessero differenze riscontrabili). Forse le perplessità nascono dal fatto che siamo abituati a notare tale variabilità solo sul fenotipo, e non sulle differenze metaboliche.
E' ovvio che in natura non ci sono tutti sti soggetti piramidalizz., in quel caso le condizioni sarebbero ottimali a tal punto da mettere al sicuro anche i soggetti più a rischio( anch e senon sempre è così, perchè comunque si vedono soggetti malformati anch ein libertà).
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